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Quando le principali istituzioni di un paese perdono la loro identità, le possibilità che quel paese vada in bancarotta sono enormi.
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Foto: Internet |
Il Brasile si trova in questa situazione.
Dopo quarant’anni di crescente corruzione, divenuta culturale, abbiamo la possibilità di tornare ad essere un Paese con politici onesti e giusti. Con l’elezione di Jair Messias Bolsonaro e la nomina di Ministri di indubbia capacità tecnica, vediamo una luce alla fine del tunnel.
Tuttavia, la corruzione che si è radicata in Brasile ha assunto proporzioni gigantesche, incalcolabili e inimmaginabili.
La banda che si formò all’epoca del movimento “Diretas Já” acquistò forza e membri sufficienti per diffondersi in tutti i settori.
L’esecutivo, il legislativo e il giudiziario hanno perso la loro identità. La Legislatura ha oltrepassato i propri limiti, ritenendo di avere il diritto di invadere l'Esecutivo, con a capo Rodrigo Maia e Davi Alcolumbre, rispettivamente presidenti della Camera dei Deputati e del Senato.
La Magistratura ha deciso di oltrepassare i suoi confini, entrando nella Legislatura, creando leggi e favorendo i più grandi criminali della Storia del Brasile. Nomi come Lula e José Dirceu, tra molti altri, hanno beneficiato delle leggi emanate dalla magistratura.
L'esecutivo? Ebbene, questa è l'istituzione che sta diventando la più inoperante, lasciando al Presidente il compito di attendere che gli vengano portate le pratiche, per poi doversi prendere solo la briga di firmarle.
Come se ciò non bastasse, anche altri settori sono stati contaminati dalla corruzione, iniziando ad agire contro il governo. Un esempio di ciò è la stampa vecchia e sporca. I principali media come Rede Globo, Folha de São Paulo, Estadão, riviste come Veja e Isto É, così come siti web come UOL Notícias, non si stancano mai di attaccare il Presidente e tutta la sua squadra, creando notizie false e travisando altri, cercando di mettere l’opinione pubblica contro la Presidenza.
La totale mancanza di carattere sembra essere diventata un prerequisito per la candidatura e l'elezione di politici, ministri della STF e professionisti della comunicazione.
La situazione non ha ancora raggiunto proporzioni ancora maggiori (e peggiori) perché i social network fungono da scudo e arma per i brasiliani che vogliono un Paese libero dalla corruzione e lottano per questo.
Se non ci sarà un cambiamento radicale nell'intero sistema amministrativo del Brasile, resterà ben poco da fare. Siccome le Forze Armate non possono (o non vogliono) intervenire, o si adottano misure più drastiche come gli scioperi totali, come quello accaduto nel maggio 2018, con lo sciopero dei camionisti, oppure si lascia che la barca finisca di sprofondare nel fango di corruzione.
Álvaro Henrique Metzger – Laureato in Lettere, tecnico informatico e Web Designer freelance
– Cristiano, conservatore e sostenitore della lotta alla corruzione.