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L’ex presidente Dilma Rousseff, messa sotto accusa, cerca di ottenere “risarcimenti” dalla Commissione di Amnistia del Ministero della Giustizia per essersi dimessa dal suo “incarico” di stagista e assistente tecnica presso la Fondazione di Economia e Statistica del Rio Grande do Sul, in 1977.
Rousseff afferma di essere stata “pressata verbalmente” affinché si dimettesse e ora chiede che il Paese la sostenga con 10.735 R$ al mese, per sempre, con effetto “retroattivo”. Se, come lei chiede, è dal 1970, il jackpot sarà della lotteria: R$6,44 milioni.
Dilm è già stato risarcito come “perseguitato” in quattro stati: Rio Grande do Sul, Minas Gerais, Rio de Janeiro e San Paolo.
Nel 1990, Dilma è stata “reintegrata” dal governo del Rio Grande do Sul nella FEE-RS dal 1975 fino al suo “licenziamento su richiesta” nell’ottobre 2016.
Dilma sostiene di essere stata “costretta a dimettersi” per “motivi politici”. Ma lei ammette: lei stessa si è dimessa per iscritto.
La decisione finale sulla pensione richiesta da Dilma spetterà al Ministro delle Donne, della Famiglia e dei Diritti Umani, Damares Alves.